Pubblicato il 03 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

I cambiamenti spaventano o sono da vivere come un’opportunità? Si ha sempre paura del nuovo che avanza perché il futuro costa fatica, sacrificio e soprattutto impegno.
È difficile che si lasci la strada nuova per la vecchia, la certezza diventa un crogiolarsi nelle sicurezze senza affrontare mai le vere sfide.
Cambiare fa paura, cambiare è difficile, cambiare…
È così faticoso trasformare le proprie convinzioni e idee, si teme di perdere parte dei consensi e del pubblico che fino ad ora ti segue e apprezza per quello che si è creato, ma il rischio dietro l’angolo c’è, il gioco si fa duro e la bellezza di quel sottile brivido che incita a provarci e tentare cose nuove è dietro l’angolo.
Ovviamente le critiche poco costruttive ci saranno, incideranno sull’umore e sull’operato, ma in fondo è davvero così importante il giudizio di chiunque?
“Chiunque” non è davvero strettamente necessario per farsi influenzare così tanto da cambiare opinione su se stesso e sul lavoro che si fa, “chiunque” a volte dovrebbe imparare a stare zitto e magari non farsi tuttologo di sapere, però “chiunque” può essere un incentivo per impossessarsi di nuovi stimoli e, finalmente, affrontare il cambiamento.
“L’arte nel Paese delle Meraviglie” non esiste, un posto favoloso dove tutto funziona e tutto va bene, dove ogni colpo di creatività si trasforma in genialità, dove ogni pennellata è un capolavoro e dove ogni scultura è una creazione unica, lusingarsi delle proprie capacità porta a plasmare un mondo falsato, un “Paese delle Meraviglie” dove si resta poi prigionieri di se stessi e delle proprie convinzioni.
Il cambiamento porta a spaziare, apre le finestre della creatività e permette di confrontarsi, vedere e acquisire nuovi spazi e abbattere limiti.
Parlare, dialogare con le opere e gli artisti storici, confrontarsi con gli autori coevi porta sempre ad un arricchimento culturale e interiorizzato che permette una discussione continua e stimola di conseguenza ad affrontare un cambiamento più coerente proprio perché stimolati da un ambiente più attivo e vivo.
Bene vengano le uscite e visite alle mostre di altri artisti, le conferenze a cui assistere, i testi di altri autori da leggere, tutto serve per imparare e immagazzinare, per vivere appieno quello che si vede e per non essere solo un Cappellaio Matto fuori dal contesto del Paese delle Meraviglie, piuttosto è meglio porsi come una Alice curiosa di crescere e di farsi piccola al momento opportuno.
La storia dell’arte insegna come gli artisti siano passati a modificare il loro punto di vista, le loro ricerche e a creare nuovi percorsi in costante mutamento, tra gli esempi: Pablo Picasso che sperimentò il Periodo Blu e il Periodo Rosa prima di passare al Cubismo, Joan Mirò con le sue forme trasferite dalla pittura alla scultura, la solidificazione delle idee eteree in pittura di Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas e Jean Michel Folon che, conosciuti come pittori, trovano poi il loro linguaggio trasformato in scultura, senza contare gli artisti che sono in perenne mutamento di idee, forme e arti come Maurizio Cattelan, Jeff Koons, Marina Abramovic dove le contaminazioni passano ad essere cambiamento.
La voglia di stupire, di mettersi in gioco e di ricercare denota non solo come l’artista e il creativo vogliano ad arrivare a compiere un viaggio, ma arrivati poi alla tappa preposta, subito ci si prepara per il viaggio successivo, perché l’esperienza artistica è un cammino che si compie, passo dopo passo e mai si può dire di essere arrivati, ma di sicuro, dall’inizio a dove si è, cambiati.