Quando ci si appresta a visitare una mostra d’arte che cosa si pensa o spera di trovare? Già il fatto che si sia motivati a spendere del tempo per vedere una mostra è una cosa buona e giusta! La circolazione delle idee, dei pensieri e della voglia di vedere cose nuove aiuta a far star bene l’anima e scatena la gioia dell’apprendimento e di assaporare cose diverse dal nostro quotidiano.

1 – poca gente e confusione. Lo so, questo è quasi un controsenso per chi ha speso tempo per riuscire a far in modo che la mostra sia di successo e con più biglietti strappati alla fine della fiera, ma il mio sogno rimane quello di vistare una mostra, un museo, un posto di solito affollato solo per me, solo mio, quasi a sentirmi padrone di quello spazio e di quelle opere, nel silenzio nascono le parole che non si dicono e poi scavalcare le teste per vedere un’opera o vederla di sbieco non è mai la stessa cosa che trovarsi da soli davanti ad essa!

2 – le didascalie corrette e leggibili. Quante volte capita di leggere didascalie o spiegazioni in sala senza riuscire a mettere a fuoco ciò che si legge? Colori improponibili che già dalla terza riga si lascia perdere la lettura di tutto il resto. Senza poi contare gli errori di battitura, date, accenti… cose che infastidiscono e che portano la mostra a livelli bassi, per la serie: quando si punta sulla quantità e non sulla qualità!

3 – guide e audio guide. Beh non lo diamo per scontato, spesso le guide sono preparate e danno informazioni non certo scontate, basta entrare in sintonia e rapportarsi con loro e una visita guidata diventa un arricchimento totale e personale. Meglio che le audio guide, a parte rari casi dove vengono supportate da musiche e poesie nel percorso, l’arte si fa totalizzante ed esperienza a tutto tondo.

4 – percorso chiaro e scorrevole. Quante volte capita di dover sbagliare stanza o saltare addirittura parte del percorso perché non chiaro come indicazioni e trovarsi dopo la stanza dedicata al periodo giovanile dell’artista nella fase diretta della sua maturità? E il resto? Perso in qualche altro loco o magari ritrovarsi in un labirinto che ci porta irrimediabilmente all’uscita o vicino ai bagni (sempre utili!).
Una freccia in più, un sorriso di qualcuno che ci indichi la via non guasta, ma aiuta.

5 – il guardaroba. Diatriba in atto: meglio tenere borse e cappotti o depositarli? Dipende dal sistema climatico interno che passa da zona equatoriale o calotta polare, certo, in primis la conservazione delle opere a scapito del visitatore che si ritrova congelato o sciolto dal caldo interno. Senza escludere neppure l’opzione che il guardaroba proprio manca, forse la cosa migliore: liberi di rimanere vestiti o meno e godersi comunque un viaggio tra colori e forme.

6 – punti di ristoro. Sarà l’età che parla e avanza, ma sono ben accetti punti dove ci possano essere sedie, divanetti per ammirare e discutere con altre persone ciò che si è appena visto oppure fermarsi per un momento, un break per bere un buon caffè e poi riprendere il percorso con la voglia di vedere ancora e godere la mostra appieno.

7- prendersi tutto il tempo che serve. Certo, una toccata e via non è il massimo, così come sezionare ogni singola opera, disegno, bozzetto o scritto presente in mostra. Ognuno occupa il tempo che gli serve, assorbe quello che più gli piace e va, cinque minuti possono bastare un’ora pure, ma chi quantifica il tempo davanti ad un’opera d’arte?

8 – curatela chiara e non improvvisata. Quante volte ci si trova a far i conti con una mostra dove manca la curatela? La regia della situazione che non significa solo “so attaccare e disporre le opere”, ci vuole sensibilità e preparazione per condurre per mano lo spettatore per beare gli occhi e far scattare la partecipazione attiva di chi guarda, sempre essere coinvolti, mai estranei, l’arte è coinvolgimento fisico ed emotivo.

9 – troppa roba storpia. Sale colme di opere appese in ogni angolo, pareti traboccanti dal pavimento al soffitto, effetto confusione da salotto di casa dove posso appendere qualsiasi cosa perché l’unico gusto è quello del sottoscritto padrone di casa, un gusto tutto personale. Gli artisti finiscono per perdersi immersi come carta da parati un muro che diventa sterile ed anonimo.

10 – cartolina (mentale). Non solo le cartoline, brochure, libri o altra oggettistica presente nel bookshop della mostra, ma una vera e propria cartolina mentale, una sensazione, un’opera d’arte, un momento che ci ha colpito e che diventa per questo prezioso e unico in ricordo di ciò che si è visto e da portare a casa, inserito poi nella quotidianità in attesa della prossima mostra da vedere.