Da dove nasce la creatività? Quali sono le motivazioni che permettono all’uomo di creare e da dove si parte?
Si può sentire il bisogno di plasmare qualcosa perché é un’esigenza primaria oppure, semplicemente, perché si ha il tempo di farlo e si realizza una necessità di esprimere senza bisogno di arrivare a decretare conseguentemente un successo globale.
Molti pensano che la creatività sia un sistema complesso per arrivare ad essere visibili, riconosciuti in un sistema che fa emergere dall’anonimato, ma nel silenzio invece nasce il verbo giusto.
Quindi, anche nella solitudine o in mezzo al rumore del niente si possono trovare gli artisti senza per questo essere etichettati poi come tali, semplicemente non è necessario.
L’esigenza creativa è un bisogno, a volte anche terapeutico, gli esempi della storia dell’arte insegnano, basta pensare ad alcune tele dipinte da Vincent Van Gogh, un’urgenza che si è trasformata in esigenza per dire con i colori e le forme quello che la mente non riusciva a esplicare con comportamenti e parole.
Paul Cézanne preferì isolarsi e rivolgere il suo pensiero creativo alla montagna Sainte Victoire trasferendo ad ogni colpo di pennello una natura scarnificata e ridotta a semplice forme, a cubi, a materie aggettanti di colore.

Perché l’uomo si definisce quindi creativo? Da dove arriva questa voglia di solcare il tempo attraverso la riproduzione di un mondo reale o fantastico, sognato o immaginato? Forse all’uomo non basta la terra dove cammina o il cielo dove perdersi, ha bisogno di nuovi mondi, allora questi universi si creano e lasciano lo spazio alla fantasia.
Chissà perché si nega il reale e si dà adito invece alla creatività, innumerevoli sono i casi come chi pensa che la terra sia piatta, oppure che l’uomo non sia mai andato sulla Luna ma in realtà ci sia vita extraterrestre su Marte.
I sogni superano quindi la realtà e il falso si fa aderenza all’evidenza, e allora ben vengano quei mondi in cui esistono esseri superiori, dei, miracoli, fate, folletti, magie e incantesimi.

L’uomo ha paura forse del mondo reale e preferisce rifugiarsi dove sta bene: ecco allora realtà che si protraggono da secoli come le religioni o la ricognizione di se stessi attraverso nuove formulazioni pseudo buddhiste o New age che mettono l’uomo a contatto con anima e spirito arrivando in un’altra dimensione.
Non tutto quello che si crea poi alla fine inevitabilmente, si distrugge come dissero già i filosofi greci: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Mondi paralleli e altre situazioni alternative sfuggono al tempo e alla realtà, ma permettono di sognare e di ricreare così un proprio mondo.

Forse è davvero solo questione di creatività più o meno latente: esistono altri esseri intelligenti al di fuori del nostro pianeta, ma sono supposizioni che rimangono nell’aria come idee molto vaghe, di sicuro non si smetterà per questo ricercare le risposte o di guardare ancora il cielo.
Qualcuno spera che le fantasie si trasformino in qualcosa di vero proprio per trovare risposte, altri ricercano la felicità nella concretezza quotidiana attraverso ad esempio un lavoro o una carriera, oppure per mezzo di uno slancio mistico come punto fermo nel quale credere, dove le risposte miracolose sono rivolte ad un essere superiore.
Non si può scordare inoltre che, nonostante questi piccoli mondi, che ci rendono distanti gli uni agli altri, si è comunque irrimediabilmente soli coi propri fantasmi e pensieri, anche quando si cerca un rapporto con altri esseri umani o si ricerca la solitudine, in fondo anche gli eremiti non avrebbero senso di esistere se non si isolassero dal resto dell’umanità…
É il senso di appartenenza ad un gruppo sociale che decreta ciò che siamo, ciò che crediamo, ciò che creiamo.
La creatività è insita nell’uomo e finché c’è un’idea, c’è speranza, speranza di riuscire a trasformare i sogni in realtà e la realtà stessa in onirici mondi senza fine.