Pubblicato il 14 marzo 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Ogni anno nascono e prendono vita in campo culturale e artistico sempre nuovi premi, nuovi saloni, fiere, congressi, biennali, nuovi spazi espositivi e sempre più si tende a porre l’attenzione alle novità e al mettere in mostra capacità artistiche e curatoriali condite da idee e pensieri.
Spesso questo proliferare di premi e di nuove realtà non porta molto altro a quello che già circola nel settore creativo e artistico, a volte si ha il sentore che siano solo momenti dove si dà sfogo a sedicenti finanziamenti ricevuti o a plasmare nuove premiazioni che poi spariranno nell’arco di poco tempo, spesso coincidenti con la fine del suddetto finanziamento.
L’incentivazione di istituzioni e premi già esistenti sembra ormai una mera illusione, spesso è impossibile rientrare nei giochi già stabiliti dove direttori e curatori hanno già scelto la loro scuderia di artisti escludendone altri.
Ritorna in mente, ad esempio, il percorso di oltre un secolo fa quando nel lontano 1874 un gruppo di giovani artisti si ritrovò ad esporre in uno studio fotografico poiché esclusi dai saloni accademici e ufficiali, quel piccolo gruppo sarebbe poi stato chiamato con il nome di Impressionisti: spesso non entrare a far parte di un circuito istituzionale o ufficiale rende la visibilità maggiore.
Certo, bisogna sempre vedere con chi ci si associa, a chi ci si affida, quali sono le figure professionali che credono nel lavoro che si propone e, soprattutto, se vale la pena spendere tempo e soldi per farsi conoscere.
Sono moltissimi coloro che chiedono l’obolo di presenza a questa o quella manifestazione, sicuro, giusto ci sia qualcosa forse a pagare, ma se il costo supera di molto le aspettative e il risultato, allora no! Non si ceda alla tentazione e al ricatto di seduttive ed effimere speranze fatte di cataloghi, mailing list di nomi e cognomi altisonanti, pubblicazioni su testate e passaggi tv inconsistenti, bisogna sempre star attenti perché il lavoro che viene sporcato da chi insegue il guadagno non ha invece lo stesso fine e punto di chi, all’opposto, crede nelle persone e nell’arte stessa.
Facile lanciare poi frasi comuni da buttare a destra e a manca e dove spesso più che parlare la voce dell’artista parla la rabbia repressa e un livore che si fa portavoce di delusione e umiliazione subito:
“I critici? Tutti uguali! Finché li paghi parlano bene di te poi spariscono e ti lasciano da solo”
“Galleristi e direttori tutti sulla stessa barca, finché gli fai comodo o trovi l’aggancio giusto allora sei il loro dio poi chi si è visto si è visti!”
“Curatori, la razza peggiore che vogliono dirti cosa fare, come farlo e come continuare, se erano artisti potevano pensarci loro non giudicare e basta.”
“Se lo sapevo fare da solo lo facevo e non chiedevo certo aiuto a loro…”
“Io ho fatto le opere, ora tu mi fai la mostra, il catalogo, trovi i critici e i canali di vendita.”
Nooo! Non così, mai porsi in questo modo, mai stare sempre sulla difensiva, mai pensare che sia tutto sbagliato e che il mondo corra nel senso opposto di marcia al nostro.
Meglio il confronto, sempre! Meglio passare le serate ad altre inaugurazioni, conoscere gente, vedere il lavoro di altri artisti, parlare con chi può dare un punto di vista diverso dal proprio, una opinione differente, queste cose non costano nulla, ci si arricchisce forse il doppio e si esce dal proprio atelier perché a lungo andare anche l’odore dei colori e dei materiali viene a noia, le stanze piano piano cominciano a puzzare di sogni, ma di sogni che sanno di stantio e che presto sono da buttare.
Marcire il proprio talento o la propria forza espressiva dentro un locale adibito a studio, chiusi nel proprio io, conduce all’irrimediabile perdita di confronto e senso con la realtà circostante, un artista che si fa portavoce di idee, pensieri non può e non deve viaggiare in un binario unico, ma avere sempre a portata di mano la voglia di scambiare, di interagire e di cambiare treni, stazioni, incontri, solo così un viaggio si può dire attivo, solo così la diffusione dell’arte avviene.
Premi, concorsi, fiere ed esposizioni se ben scelti hanno e danno una marcia in più, nessuna perdita di tempo e di energia, solo la possibilità di una visibilità e di paragone con altri linguaggi, con altri modi di fare arte, con ulteriori nuove realtà perché arte è soprattutto mettersi costantemente in gioco.