Pubblicato il 3 novembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it/2015

È  un guaio essere creativi, dover vivere del proprio lavoro e degli sforzi prodotti da idee e menti che facilitano o abbelliscono la vita quotidiana.
È un guaio ripetere le cose che sembrano ovvie ma in realtà tendono a non concepire gli sforzi prodotti per il risultato finale.
È un guaio nascere artisti, scrittori, creativi perché molto spesso la creatività non paga, né in celebrità né in moneta sonante.
Senza nulla togliere a nessuna professione, ci sono davvero mestieri ai quali si deve il massimo rispetto sul piano materiale e pratico, considerazione che invece volentieri manca a chi deve usare la geniale fantasia per la sopravvivenza quotidiana.
Ad esempio, un idraulico è senza dubbio indispensabile quando a casa si rompe un tubo o il rubinetto gocciola in modo fastidioso da far saltare i nervi per l’intera notte per il costante pensiero del danno.
Ecco, la sua professione è fondamentale e a nessuno salterebbe in mente di NON PAGARLO alla fine della sua prestazione, nostro salvatore di notti insonni, beatificato per la salvezza del danno riparato.

Idraulico!
Idraulico!

Se l’esempio invece si traspone in altri ambiti? Che succede? Avvaliamoci di una dimostrazione concreta.
Conoscete un artista, un pittore ad esempio, un uomo che vive della sua professione e, per una ricorrenza alla quale siete invitati (un battesimo, un matrimonio…), decidete di rispondere all’invito e in quanto invitati destinate di regalare un’opera dell’artista sopracitato.

Maurizio Cattelan
Maurizio Cattelan

Bene, una volta contattato e concordato quale dei lavori proposti vi piace, si passa alla contrattazione e spesso non si paga il prezzo reale che il coefficiente dell’artista richiederebbe.
Le frasi che si susseguono sono all’ordine del giorno per chi commette l’errore di voler vivere di arte e creatività, quindi è facile sentirsi dire:
• Vorrei qualcosa di impatto, sai devo fare una bella figura
• Qualcosa che sia originale
• Come questo (2m x 3m) ma più piccolo ce l’hai?
• Sei tu l’artista…dammi un consiglio
• Bello ma…io avrei fatto così
• Ma sai che all’Ikea ne ho visto uno simile ma che costa molto meno?
• Poi dai cinesi compro una bella cornice ed è fatta!
• fammi tu il prezzo, mi fido, ma sappi che il budget è ridotto (sottointeso “tanto poi ti chiedo di abbassarlo ancora”) oppure “Ma uno sconticino no?” o ancora “Poi sul prezzo ci accordiamo”
• e se te ne prendo due quanto mi fai?
• dai è un’opportunità per essere visibile e ti fa curriculum
• davvero, non so come ringraziarti (non ho intenzione di pagarti)
• me lo certifichi con dedica e autentica?
Rileggendo le frasi sopra, le rigirereste al vostro idraulico? Chiedereste ad esempio di non pagare il lavoro perché così gli si dà una possibilità per essere visibile e far curriculum? Oppure pagare una riparazione al posto di due?

non so cosa...
non so cosa…

Provate a pensare a come si sente l’artista, anche lui come voi e l’idraulico si alza la mattina, spende tempo e fatica ma aggiunge pure spazio in più per pensare, documentarsi, leggere, guardare, confrontarsi, usa in pratica del tempo per la sua produzione.
Poi si mette al lavoro, spesso senza un orario definito che può continuare ad oltranza, interrotto da telefonate, richieste, quotidiana amministrazione come passare a pagare le tasse, andare dal commercialista, far la spesa, comprare il materiale per il lavoro, crearsi contatti, passare da amministrazioni/gallerie/collezionisti senza dimenticare di tener conto dell’umore e dei contrattempi quotidiani come per qualunque persona, come in qualunque professione.

cultura volante
cultura volante

Come per l’idraulico capita che il materiale manchi, come per l’impiegato deve rendere conto ai suoi superiori, come per il prete deve ascoltare le confessioni di sedicenti critici o collezionisti, come per la commessa deve far buon viso a cattivo gioco quando una taglia 50 chiede di voler entrare dentro un 44 e così l’artista che deve mantenere l’aplomb di fronte a richieste impossibili.
Se un artista pagasse un idraulico con una sua tela, una sua opera o uno scritto nel caso di uno scrittore, lo si prenderebbe per pazzo perché la risposta comune sarebbe “Ma lui ha lavorato per sistemarti il rubinetto!”, già, vero, ineccepibile la sentenza finale ma allora significa che circondarsi del bello e di qualcosa che colmi e curi anima e spirito ha il diritto e il dovere di non essere pagato? Il ruolo sociale dell’artista quindi finisce nel momento in cui è chiesto un compenso? Finché tutto è gratuito va benissimo ma guai ad azzardarsi a chiedere un pagamento, mica è vitale come un tubo rotto!

rubinetto che perde
rubinetto che perde

Chi ragiona così, disprezzando il lavoro altrui e calpestando la dignità di un creativo, merita solo molti rubinetti gocciolanti che, come un tarlo continuo, minaccino la presa di posizione presa e che renda le notti insonni e colme di nevrosi, almeno cosi si arricchisce un ignaro idraulico al quale non si chiedono sconti o paragoni con opportunità da dare per la sua crescita professionale.
Non capire un tubo non fa bene all’arte, non va bene per l’idraulico e tantomeno per l’artista, goccia dopo goccia si finisce per scavare un solco insormontabile e mai colmabile: l’ignoranza, e l’ignoranza non paga.

Maurizio Cattelan I
Maurizio Cattelan I