Pubblicato il 17 marzo 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Dica pur chi mal dir vuole, noi faremo e voi direte
(Lorenzo il Magnifico)
da “Canzona delle cicale“, vv. 31-32

Parlare di arte oggi diventa sempre più difficile in quanto sembra che nella nostra società sia già stato fatto e detto tutto, gli scandali all’ordine del giorno non fanno neppure più effetto di qualsivoglia natura.
Troppe volte sentiamo frasi del tipo “Lo potevo fare anch’io!”, Ma questa è arte?“, “Ormai è stato fatto e detto già tutto…”, vero, forse la disquisizione ci sta e le frasi fatte e confezionate come quelle citate non sono altro che il prodotto di una realtà globale dove il consumo visivo si è notevolmente accelerato in questi decenni.
Un’opera in un solo click è visibile in tutto il mondo e com’è presentata spesso, alla stessa velocità poi viene rimossa e dimenticata.
L’uomo rimane la vera fonte della creatività, il vulcano di idee e di fantasia creatrice: fino a che ci sarà l’uomo a creare nulla sembrerà mai scontato o visto.
Dagli artisti che creano ex novo a quelli che recuperano il passato, citano, copiano e ricreano fino all’innocenza naif dei dilettanti, il mondo è pieno di arte e di creazione!
Nasce spesso un business collegato a forme di creazione legata a bandi, concorsi, premi e riconoscimenti spesso discutibili e ad appalti, conoscenze, mercati e soldi che girano attorno ad un sistema in cui arte e cultura sembrano spesso capitare al secondo posto a scapito di favoritismi e compravendite varie.
Tangenti o mafie interne che favoriscono ora l’uno ora l’altro artista o settore creando moda e attesa rendono poi i risultati sterili e a volte imbarazzanti.
Nel 1401 Firenze scelse attraverso un concorso, il vincitore della decorazione della Porta del Battistero attraverso il tema uguale per tutti: una formella in bronzo raffigurante Il sacrificio di Isacco, vinse la classicità di Lorenzo Ghiberti e non la modernità ma del secondo arrivato, Filippo Brunelleschi di cui Firenze avrà comunque modo di sentire parlare di lì a poco…
Ci si accorse del giovane talento che fu comunque sostenuto e finanziato per la realizzazione di altre grandi opere tra le quali la Cupola di Santa Maria del Fiore, la Basilica di Santo Spirito e lo Spedale degli Innocenti.

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I mecenati di allora erano diversi da quelli attuali, personalità come Lorenzo il Magnifico, i Gonzaga, i Visconti, la stessa corte papale, tutti proiettati a lasciare un’impronta di sé nella storia ma anche capaci di grandi intuizioni, cosa manca oggi?
Scarseggia il coraggio di osare, come fece Guggenheim a New York che affidò il suo museo contenitore nel 1943 all’architetto Frank Lloyd Wright, latita insomma la voglia di investire e di mettersi in gioco.

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È più facile trovare punte di orgoglio e interesse personale che veri investimenti a favore della collettività e del mondo artistico.
Si entra dentro circoli viziosi, circuiti in cui si spostano sedie e ruoli come piaceri personali lasciando l’incompetenza o l’inesperienza a farla da padrone, il caso del direzione del MAXXI a Roma affidata a Giovanna Melandri ne è uno degli esempi.
L’arte si è sempre nutrita di scandali ma ora sembra che creare lo scandalo ad arte per l’arte sia proprio la propensione che si districa tra cattedre, concorsi e appalti truccati, in un lento decadimento contemporaneo continuo…

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