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“Essere popolare sui social è come essere ricchi al Monopoli”. Popolarità mediatica e arti contemporanee.

Essere popolare sui social è come essere ricchi al Monopoli“, beh una frase abbastanza provocatoria perché la regola vale per moltissimi che si vantano di essere “seguiti”, “spollicciati” dai followers, coloro che seguono il profilo social (Instagram, Facebook, Twitter, Youtube, etc…) di un personaggio noto.
Molti diventano davvero famosi tanto da essere riconosciuti vere e proprie icone nei settori di moda e comunicazione (Chiara Ferragni, docet), identificati poi col nome di influencer capaci di influenzare i comportamenti di acquisto del pubblico grazie alla loro autorevolezza e carisma per mezzo di tematiche e opere di interesse di massa.

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Visite guidate. Accompagnamenti e didascalie viventi nell’era social

Ai ragazzi della mostra “Natura Naturae” di Correzzola,
valore puro del territorio, sognatori e realisti, viva voce della terra e dell’arte.
Per tutte le guide e le guardianie vissute insieme:
Grazie!

L’arte ha bisogno di continui stimoli e di visioni che portano a vedere la rappresentazione di un concetto, di un’idea, di una realtà che, vera o sognata che sia, incentivi lo spettatore.
Le immagini quotidiane bombardano ogni giorno l’uomo, nuove percezioni, vecchie storie raccontate che si mischiano con il senso della vita, tutto che si scioglie e rimescola e passa attraverso le emozioni e l’uomo diventa ricettivo ad ogni cambiamento.
Che cosa succede quando lo scambio visivo non è incoraggiato abbastanza ma preconfezionato in sterili programmi che conducono il pubblico a pensare cosa sia meglio pensare, vedere, possedere? É davvero così importante “fare numeri” e avere consensi a scapito della qualità delle cose proposte?

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Arte. Tra gli ostacoli e le speranze, sino alle stelle

Pubblicato il 07 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Per aspera ad astra
(Cicerone)

La voglia di vedere cose nuove e di abbeverare gli occhi nelle opere d’arte sembra non sia mai abbastanza appagata visto che ogni giorno vi sono numerosi eventi, mostre, esposizioni, convegni e dibatti sull’arte e su ciò che si produce un po’ ovunque e in tutte le città.
In mezzo ad un marasma visivo che spesso arriva a confondere e a non avere vero discernimento tra ciò che è da considerarsi arte e ciò che invece è solo puro ed abile artigianato o, peggio ancora, visioni di vere e proprie ciofeche esposte come “opere”, gli occhi si ritrovano ubriachi di immagini e di produzioni spesso discutibili.
Non sempre il desiderio corrisponde poi alla realizzazione del bisogno che si ha, molti artisti che dicono “io amo l’arte” a volte dovrebbero porsi la domanda se davvero l’arte ami loro.

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Invidia ad arte. L’imbarazzo di un mondo incattivito.

Pubblicato il 30.05.2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Dietro l’orizzonte sorgono sempre nuovi orizzonti.
E mentre andiamo attraversandone la frontiera,
già si va preparando la successiva, e così via, fino a pervenire alla costa dell’alba.
La mia strada mi si dipana davanti e io non invidio nessuno che abbia raggiunto il traguardo.
Viaggio volentieri.”
(Michael Ende)

Basta.
Basta ad un mondo di malelingue, cattiverie, dicerie, situazioni imbarazzanti di cose non dette ma sussurrate. Basta alla violenza verbale, ai commenti acidi sui social network, allo spargimento di soprusi o di rivalità insana.
Basta!
Possibile che nel mondo dell’arte e della cultura più che spargimento di bellezza e di intelligenza ci sia invece una continua emissione di odio e di malignità? Bassezze che non portano a nulla, solo ad alimentare divari e cattiverie.

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Sta scrivendo… Quando si attende la risposta del (com)mittente

Pubblicato l’11 aprile 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Capita anche a voi di mandare un messaggio su whatsapp e di attendere la risposta della persona che, online, lo legge (quindi doppia spunta blu) e poi si resta in attesa che il nostro interlocutore dia seguito alla conversazione?
Ad esempio, scrivo un sms per chiedere il parere ad un determinato pensiero se condiviso o meno: “Ciao, dopo aver letto quello che ho scritto, che ne pensi?
L’attesa che segue, le parole che si aspettano e quelle che si devono dire, lo scritto che si aspetta e sullo schermo compare l’operazione di scrittura del ricevente “Sta scrivendo…”

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Ma chi ti conosce? Fame di fama: artisti sconosciuti alla ricerca della notorietà

Pubblicato il 10 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa”
(Lao Tzu)

Chi urla e sgomita è davvero l’uomo che si impone ed emerge?
In questo mondo fatto di visibilità e dominio social è davvero essenziale arrivare sempre e solo per primi?
Sicuri che la prevaricazione è la sola e unica arma per arrivare tra i primi posti?
Si sente sempre più spesso parlare di “qualità”, “eccellenza”, “numeri uno” in ogni ambito con la consapevolezza e convinzione che bisogna essere i primi della classe, ma spesso queste parole si associano solo a vuoti d’aria senza avere la consistenza e le capacità per essere davvero persone e prodotti di “qualità”, “eccellenza” e “numeri uno”.

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Namasté Alé! La scimmia nuda balla, dubbi sulla cultura dell’uomo contemporaneo

Pubblicato il 14 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Il Festival di Sanremo anche quest’anno è terminato, tra critiche, audience e numeri da capogiro, tra i presenzialisti e coloro che non mancano di essere incollati al televisore per commentare, tra gli snobbisti che ne fanno volentieri a meno, tra “Essere o dover essere. Il dubbio amletico contemporaneo come l’uomo del neolitico” come recita l’incipit di Occidentali’s Karma, testo della canzone vincitrice 2017 di Francesco Gabbani.
Il Festival di Sanremo quindi si è concluso, fine di tante attese e pronostici, di articoli e pagine di giornali, di vecchi ritorni, di novità o di vecchi e basta che esistono solo perché il Festival esiste.

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Enjoy the silence. Il silenzio è il rumore che l’arte vuole.

Pubblicato il 3 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
Enjoy the silence
(Enjoy the silence – Depeche Mode)

Dal silenzio nasce il verbo giusto.
Il silenzio, elemento raro da trovare nel mondo contemporaneo, si è ormai circondati da rumori naturali, sempre più rari, fino al caos quotidiano in cui ci si immerge nelle città, rumori continui, auto, tram, cellulari che suonano, notifiche di varie app installate, visioni coincidenti sempre più con il caotico movimento quotidiano che circonda l’uomo, dai suoni naturali a quelli artificiali é il trionfo del non silenzio.
A questo punto si può dure che il silenzio non esiste più.

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Impressione ad arte. Da Monet a Banksy: cosa si coglie dell’attimo contemporaneo?

Pubblicato il 06 dicembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Perché gli Impressionisti hanno così tanto successo e appeal oggi a distanza di oltre un secolo? Come mai la rivoluzione perpetrata da questi giovani artisti nel lontano 1874 è così amata ed attuale nel mondo contemporaneo? Possibile che i coetanei di Claude Monet, Paul Cezanne, Edgar Degas, Berthe Morisot, Filippo de Nittis, Camille Pissarro, Auguste Renoir, Alfred Sisley non furono capaci di vedere la potenza tecnica ed emotiva di questo nuovo modo di far pittura?
No, nessuno si accorse di quello che stava decretando le basi del mondo contemporaneo dove si cominciava a guardare lo spazio aperto con la visione del carpe diem, cogli l’attimo.
Passati poi i decenni nuove generazioni si sono allontanate dal mondo impressionista per esplorare non solo ciò che si vede, ma ciò che si sente e si esprime attraverso le sensazioni e l’emotività, indagando ora il mondo dei sogni e del surreale, ora la concretezza e l’astrazione.

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Pubblico. Dunque sono. L’apparenza che inganna…

Pubblicato il 19 novembre in http://vecchiatoart.blogspot.it

Per essere, bisogna apparire” recita un vecchio modo di dire, perché bisogna apparire? Perché bisogna sovraesporsi e mettersi in mostra? Conta davvero così tanto la visibilità?
Nel mondo contemporaneo invaso da social network e tecnologia tutto si fa più facile e le nuove pubblic relation arrivano attraverso scambi multimediali e virtuali che finiscono per far apparire più che essere.
Ogni giorno il primo pensiero diventa la “droga della visibilità”: cliccare con cuori o like i vari post dei social, controllare quante sono le visualizzazioni dell’ultima foto o frase preconfezionata, quanti “mi piace” sono stati messi, verificare cosa dicono, pubblicano, commentano e inseriscono gli altri… diventa un lavoro sociale capire e carpire il “segreto del successo” dell’apparire.

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