Ai ragazzi della mostra “Natura Naturae” di Correzzola,
valore puro del territorio, sognatori e realisti, viva voce della terra e dell’arte.
Per tutte le guide e le guardianie vissute insieme:
Grazie!

L’arte ha bisogno di continui stimoli e di visioni che portano a vedere la rappresentazione di un concetto, di un’idea, di una realtà che, vera o sognata che sia, incentivi lo spettatore.
Le immagini quotidiane bombardano ogni giorno l’uomo, nuove percezioni, vecchie storie raccontate che si mischiano con il senso della vita, tutto che si scioglie e rimescola e passa attraverso le emozioni e l’uomo diventa ricettivo ad ogni cambiamento.
Che cosa succede quando lo scambio visivo non è incoraggiato abbastanza ma preconfezionato in sterili programmi che conducono il pubblico a pensare cosa sia meglio pensare, vedere, possedere? É davvero così importante “fare numeri” e avere consensi a scapito della qualità delle cose proposte?
Un esempio su tutti é la comunicazione tra le persone, si é persa infatti ormai quasi la forma di colloquio e di rapporto con gli altri esseri umani, si é passati dal guardarsi negli occhi a guardar chini il proprio smartphone isolando ogni contesto attorno: soli con tutto il resto del mondo virtuale.
Si parla di globalizzazione, di mescolanze etniche e culturali, di nuove visioni, ma si rimane più lontani di quello che si pensa gli uni e gli altri.
Indicativa anche la presenza, ad esempio, di una visita ad una mostra o ad un museo, luoghi deputati allo scambio delle arti e dei pensieri che sono diventati via via sempre più territori di stupore mediatico e marketing e meno di interazione tra la gente.
Se il costante richiamo per motivi di sicurezza all’ordine e al divieto di scattare foto e video con gli attuali strumenti di comunicazione quali smartphone, tablet, mp3 e altro é quasi una costante, meno lo diventa l’appoggio a tenere buono il gregge che pascolerà nelle varie sale con l’ausilio di cuffie e audio guide che propongono il tal modo un esercito di silenti zombie che si spostano in ordinata tranquillità tra le fila di sculture e quadri.
Per attirare il pubblico basta aggiungere a qualsiasi evento in corso la parola GRATIS che subito tutto diventa più appetibile, ecco allora che l’audio guida se gratuita attira a sé immediate schiere che districano fili e cuffie da cui pigiare PLAY dell’apparecchio dato in dotazione.
Giovani, studenti, signori e signore tutti con le loro brave cuffie sistemate pronte all’attacco della visione nelle sale successive, pronti a sparare il numero corrispondente vicino alla didascalia dell’opera e a schiacciare il play per ascoltare la voce suadente di qualche doppiatore che ha letto con enfasi un testo descrittivo senza magari aver manco aver l’opera davanti agli occhi, ma rimanendo attento a dare la giusta espressione e pausa a chi ascolta per bearsi così, nel silenzio, di un quantitativo tot di tempo speso ad ascoltare un’emozione guidata.
Qualcuno schiaccia la lingua sbagliata, altri osservano una scultura ascoltando la descrizione di un campo fiorito dipinto ad olio sbagliando completamente tempi e modi, altri tornano indietro facendo impazzire la voce guida non ritrovando numero e sala indicata, qualcuno saggiamente spegnerà l’apparecchio demoniaco e si porterà appresso l’orpello per il resto dell’esposizione, altri osserveranno stupiti queste masse spostarsi come da indicazione da un’opera all’altra tralasciandone altre che la guida non descrive con sommo dispiacere, ma bisogna proseguire e continuare a camminare fino alla fine, fino al deposito dove cuffie e apparecchi saranno infine restituiti.
In questo gioco del sapere e di fagocitare informazioni il visitatore é forse un numero logistico tra il tempo che intercorre dalla soglia iniziale e la fine verso il bookshop nel quale scatenare le sue passioni di possessione da shopping del souvenir.
Ipoteticamente in una sala dove sono esposti, in maniera supposta appunto, dieci opere la guida indicherà le più significative, al massimo quattro o cinque per dare spazio al prossimo gruppo e per far in modo che non ci si soffermi troppo davanti all’opera d’arte se non il tempo necessario per far parlare la suadente voce che spara informazioni e impressioni direttamente nelle orecchie.
Tutto calcolato, tutto segnato. Perfetto! E le altre opere? Non degne di nota o semplicemente “non sufficientemente pervenute e comprese nel pacchetto”?
Si otterranno così, indubbiamente, gruppi ordinati e composti, silenti e, naturalmente, sotto controllo che faranno sosta il tempo necessario, tutto calcolato. Geniale!
Già, tutto nella norma di chi vuole ottenere il massimo curandosi poco di che cosa si guarda, perché l’importante non è guardare, quindi soffermarsi, ma vedere, cioè lasciare così un segno visivo e poi passare.
Il silenzio è interrotto solo dal rumore dei sacchetti di plastica che sono stati consegnati all’entrata al deposito borse nei quali sono stati depositati gli oggetti come portafogli, chiavi, fazzoletti, telefoni, tutto si fa anonimo e raccolto, spettrale direi.
La guardiana controlla, scruta, interiormente commenta ciò che vede (e chi vede) e lascia scorrere la fiumana che passa, al massimo se qualcuno osa parlare parte un avvertimento visivo con gli occhi sbarrati ferocemente o uditivo con un colpo di tosse e un silenziatore incorporato per riportare tutto nella oscurità del “zitti e proseguite”.
Le iterazioni tra gli spettatori dove sono finite? Una sana “didascalia vivente”, che non è una semplice guida umana, ma una persona che dota gli spettatori di informazioni e interagisce con loro, commenta, accoglie informazioni, curiosità, impressioni e opinioni, dov’è finita l’umanità della parola?
Il rapporto con l’uomo per l’uomo può essere così soppiantato da una audio guida al posto della persona che alla fine del percorso è diventata quasi parte integrante di una mostra? Un ragazzo sorridente, una ragazza che spiega e colloquia con il suo gruppo cui dà un valore in più alle cose è davvero superfluo? Magari la persona che ci accompagna ci aiuta poi nella scelta di un buon ristorante, sente e vive le impressioni di tanti altri visitatori e le riporta attivamente, arriva ad uno scambio umano tra chi la segue e il suo racconto, si fa viva e vera senza essere preconfezionata. Questo è ciò che si rischia di perdere: il rapporto umano, la vicinanza delle emozioni. I? preferisco i rapporti ai report delle mostre, preferisco le persone ai numeri calcolati e freddi.
Non riesco a capacitarmi nel vedere Dante Alighieri passare per Inferno, Purgatorio e Paradiso con una sterile audio guida che descrive i vari gironi e personaggi al tasto play senza associarlo a Virgilio e Beatrice con i quali si confronta e confida, forse non avrebbe poi scritto in maniera così attiva la “Divina Commedia”, ma una “Guida nel mondo ultraterreno. Tratti salienti” con cd allegato, dove, dopo il play, la funzione che tutto porta alla fine, “a rivedere le stelle” è una: STOP.
Visita terminata.

I ragazzi didascalie viventi alla mostra Natura Naturae a Correzzola
I ragazzi didascalie viventi alla mostra Natura Naturae a Correzzola