Archivio tag Bill Viola

“Orrore! Ma che schifo quest’opera!” la bellezza non è tutto

Che schifo questo quadro!“, affermazione spesso dettata d’istinto verso un lavoro compiuto da un artista che non piace, o meglio, che non trova i nostri gusti e tocca le nostre corde emotive.
Ma lo “schifo”, da cosa è generato? Da una non ben identificata interpretazione del soggetto posto di fronte? Da un assembramento di forme e colori che non trovano il nostro personale gusto? Da una ricerca infantile e sommaria di ciò che è rappresentato?
Gli elementi sono variabili, sono troppi forse per essere elencati, si passa dal piacere soggettivo al gusto oggettivo: se una cosa è brutta, è brutta!

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Giuliana Cobalchini. Alis volat propris – Vola con le tue ali

Nelle sue opere Giuliana Cobalchini concepisce l’idea primaria di questo continuo confronto tra il colore bianco e il colore nero, tra la luce e l’ombra, tra la leggerezza e la pesantezza degli elementi, è un’artista che sa coniugare condizioni che le conferiscono particolare sensibilità creativa in cui il gioco delle parti si fa estremizzante ed emozionale.
È la sua arte, un’arte concreta? È astrattismo? È il conferimento di un’idea? È un’alchemica “opera in nero”? Cos’è l’arte di Giuliana Cobalchini? È in primis emozione, è ricerca della forza genitrice che si manifesta nelle sue figure, così leggere e pronte a librarsi tra folate di pensieri e di ricordi.

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Effetto “wow”! Quando l’arte si fa curiosa e mai sazia

Pubblicato il http://vecchiatoart.blogspot.it

Il potere della creatività passa spesso da situazioni, idee, momenti di vissuto che si riversano poi nelle opere create dall’artista, si tratta di emozioni che prendono forma e, poi, se le stesse declinano in altre prospettive, il tutto é affidato all’uomo che decodifica questo suo vissuto sotto forma di opere di denuncia, di ironia, di segno quotidiano.
La rosa delle emozioni é così sempre espressa in ogni sua forma, ma volte rischia di apparire a volte ripetitiva e con il sapore del “già visto e già vissuto”, é possibile quindi ricadere nell’errore come é, per l’appunto, possibile ricadere nell’opera stantia e dal vecchio sapore.
Proprio perché spesso ci si aspetta di trovare l’effetto del nuovo, del “wow” emozionale quando si visitano rassegne di cultura e di arte quali biennali o manifestazioni che se disillusi se ne esce con l’amaro in bocca…

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Metropolis: la città e le generazioni che cambiano l’arte

Pubblicato il 15 aprile 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Immagini collettive in una città che vive e pulsa di vissuto si susseguono davanti ai nostri occhi: l’autobus in ritardo, la folla che si accalca nei bar all’ora dell’aperitivo, ragazzi incollati sullo schermo di uno smartphone intenti a chattare e mandare sms, nuovi manifesti sui muri della città che fanno a gara con i graffiti che li popolano, rumori, odori, confusione che si mischia a suoni e colori, questa è la città.

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Generazione X FILES. Quando l’arte è un fenomeno misterioso

Pubblicato il 19/01/2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Come fa un artista a diventare famoso? Come si calcolano i milioni di dollari di un’opera d’arte? Quale il sistema dell’arte contemporanea che risulta vincente e unico nel panorama mondiale?
Misteri irrisolti e irrisolvibili di quella che possiamo definire come fattore “X” un fattore incognito su cui si costruiscono carriere e movimenti.
X factor” come format televisivo cerca quel-non-so-che che risulti unico e appetibile per la massa con la scoperta di una nuova voce nel campo musicale che sia la migliore nel panorama canoro contemporaneo.

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Cinquanta sfumature artistiche. Cose da dire e non dire per sedurre con l’arte

Pubblicato il 20 – 24 novembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

“Il nostro scopo è il piacere Miss Steele”

Il libro di cui si è parlato molto negli ultimi tempi è la serie di “Cinquanta sfumature” (di grigio, nero, rosso), un romanzo rosa-erotico.
Si narra la storia di una semplice ragazza che si scontra con le perversioni di un ricco imprenditore alla scoperta del piacere e del sesso estremo.

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Vedere coi sensi. Sordi alla visione, ciechi all’ascolto

Pubblicato il 9 settembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Quando ci si avvicina ad un’opera d’arte la prima cosa che si usa è il verbo “vedere”, gli occhi sono il primo strumento di lettura per decodificare quello che è proposto dall’artista.
Assaggiare visivamente un quadro, una scultura, un oggetto è la prima vera sensazione che è offerta nelle primarie e istintive emozioni.
Per l’arte contemporanea spesso la vista non è l’unico mezzo per comprendere appieno ciò che si vede. Udire non è sentire, vedere non è guardare, si richiede, infatti, uno sforzo maggiore per annoverare tra le esperienze sensoriali quello che è presentato ai sensi.

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