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Fai cultura? Fai arte? Tutti ti vogliono!…quando sei a terra, quando sei in cima.

Pubblicato l’11 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

 “Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”
(Marcel Proust)

Strano posto il mondo dell’arte, strano davvero se si pensa ad un luogo fatto di persone dove creatività ed emozioni sono le padrone di case e i suoi ospiti artisti e creativi.
Ancora più strano se si pensa come in un Paese, che ha dato i natali a grandi geni della cultura, oggi si riesca a vivere di questo passato ma non a gettare nuove basi per un futuro e, piano piano, questo modo di pensare si stia sgretolando sotto i nostri occhi tra incuria e compravendita.
L’investimento culturale di cui si decanta il primato a livello mondiale in realtà non avviene, forse davvero non interessa a nessuno.
Chi nasce creativo muore sotto il peso di un affaticamento di rivalsa e di riconoscimento a livello personale prima e di pubblico poi. Quante volte alla domanda “che lavoro fai?” un creativo risponde, a seconda del suo indirizzo, “faccio lo scrittore, l’artista, il musicista, il ballerino…” e di rimando si sente rispondere “ah bello…ma di lavoro invece che fai?”?

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Creativi #aggratis! Il precariato di Pablo Picasso

Pubblicato il 25 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Essere creativi in Italia è sempre più difficile a quanto pare, non ci si mette solo la globalizzazione che brucia i tempi d’attesa quando si ha bisogno di collocare in cantiere un’idea o un’opera che possa arrivare al pubblico, ma oltretutto la crisi economica che, in maniera poco intelligente, al posto di incentivare le menti per uscire da un periodo buio accentua la non crescita e i tagli alla cultura.
Una soluzione che fa intravedere poca propensione ad investire nelle teste e a considerare la cultura e le arti qualcosa di superfluo, quasi un hobby a cui dedicare del tempo, tempo che appare sempre più risicato e poco prezioso secondo alcuni poiché chi si “permette” di voler vivere attraverso un lavoro emozionale e mentale è considerato un non-lavoratore e un non-produttivo per la società.
Niente di più sbagliato! È ai creativi, agli artisti, alla cultura stessa e alla ricerca che si deve puntare per trovare una soluzione e investire quindi in coloro che possono operare in più settori per avvicinarsi ad un buon esito e risultato.

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