Pubblicato il 23 giugno 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Dedicato a Paolo Conte, sempre un passo avanti nella moda, nel cibo e nell’arte

Le contaminazioni che vedono l’Arte associata con le più disparate forme di concetto e di quotidiano possono creare a volte inattese e disparati risultati.
Già il passato storico ha visto come con “arte e…” si possano (quasi) sempre abbinare realtà che provengono da mondi e spazi diversi. Interessante e con un largo campo di indagine è stato sperimentato il dualismo tra arte e moda e tra arte e cibo.
Con la moda la storia dell’arte stessa ci viene incontro con sperimentazioni e contaminazioni fatte da artisti prestati alla moda o viceversa, basta citare solo alcuni nomi per ricoprire intere pagine di collaborazioni: Sonia Delaunay, Fortunato Depero, Salvador Dali, Takashi Murakami, Terry Richardson, David LaChapelle
Stessa cosa dicasi per il cibo: artisti che utilizzano gli alimenti per esprimere sia concetti e simbologie ad esso legati sia per creare un marchio riconoscibile e indelebile fatto di contemporaneità e messaggio del quotidiano vissuto.
Dalle tele del Cinquecento con le nature morte che si rivestono di significati nascosti o ne decretano la povertà o ricchezza delle tavole imbandite fino ad arrivare alle famose zuppe in scatola “ritratte” da Andy Warhol per approdare al trionfo dal gusto corrente del cibo nelle manifestazioni come l’Expo 2015 di Milano che passa dal lusso al panino del Mc Donald, simbolo di un consumismo alla portata di tutti come da concetto di moderna Pop Art.

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Ciò che colpisce nel rapporto tra “arte e…” è sempre l’idea del binomio al quale l’arte è associata, scardinata e ricomposta a favore di una nuova chiave di lettura, segno moderno dei tempi per creare sempre qualcosa di nuovo e appetibile. Ma il pensare all’arte associata invece ad una triade, visto che ormai la “bigamia” concettuale ci va sempre più stretta, è una posizione che si avvicina alle nuove tendenze di fusione globale, non più “arte e…” ma “arte e…&”.
La summa arriva in questi giorni dall’88ª edizione di Pitti Uomo, dove si sono affacciate creazioni nuove tra arte, moda e cibo.

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Una sperimentazione nuova che non ha nulla a che vedere con l’idea di arte, moda e cibo (e aggiungerei di provocazione) di certe creazioni viste qualche tempo fa indossate da Lady Gaga con il suo vestito fatto di carne o l’estremismo polemizzante e mai sopito di Hermann Nitsch come da ultime controversie per la mostra di Palermo, già censurata in Messico, dove si inscenano riti dionisiaci tra colore, vita, morte e dove sangue, carne (e quindi fonte primaria di cibo): quasi una moda che accompagna tali performance.

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Al Pitti Uomo si parla invece di un pensiero che prendere forma e che è stato presentato dall’azienda vicentina di camice Xacus, una capsule collection estremamente creativa nata dall’intuizione acuta di Paolo Conte, che ha dedicato al Made in Italy quel concetto di creatività, genialità ed avanguardia che ha sempre contraddistinto il Bel Paese, il tutto perfettamente in linea con l’atmosfera di Expo 2015.
Creata in tiratura limitata la linea Xacus Gusto nasce grazie alla collaborazione tra arte, moda e…cibo, dove la cucina italiana conosciuta in tutto il mondo ha reso omaggio a tre chef italiani: Massimo Bottura, Ernesto Iaccarino e Pietro Leemann.

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Ad ognuno degli chef è stata data libertà di espressione per creare un piatto che li contraddistinguesse nella loro cucina che, una volta impattato, è stato fotografato da Stefano Scatà e successivamente riprodotto da Xacus sui preziosi tessuti stampati delle camicie Beluga Washed.

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Nel mondo del consumismo in cui le nuove malattie sociali sono dettate dal TROPPO e dal POCO, l’azienda ha deciso che il ricavato delle vendite, infatti, sarà devoluto ad ABA, un’associazione che si occupa di problemi incentrati sui disordini alimentari fra cui anoressia e bulimia.
Forse a cento anni dalla rivoluzione dettata dalla moda con Coco Chanel ora, si passa ad un nuovo concetto di arte e moda, non più il binomio ma la triade ad essa associata che prevede nuove forme di sperimentazione, nuove menti sempre attente e pronte a catturare l’originalità e soprattutto spesso obliate a favore del mercato o della “opportuna” dimenticanza. Grazie a Paolo Conte per il percorso di che ha saputo affrontare riuscendo a catturare lo spirito dei tempi: dietro ad un’intuizione geniale ci sta sempre una punta di genio e di pazzia!

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