Seconda parte del nostro percorso-gioco se gli artisti del passato avessero potuto usare i social network cosa ne sarebbe uscito? Che profili avrebbero?
Ecco un’altra carrellata tra serio e faceto.
Vincent Van Gogh: riflessivo, a tratti cupo, geniale nella creazione di ritratti che catturano l’anima e di paesaggi che ne fanno assaporare l’essenza. Ha provato a creare un canale Youtube per raccontare le sue esperienze di rapporto con il cibo, la società tutta, girati spesso la sera con telecamera di bassa qualità, poca luce in camera da letto spoglia. Il bisogno di luce lo esprime attraverso le immagini, pagina Facebook dedicata in maniera univoca al fratello Theo al quale rivolge la sua attenzione.
Ha un nutrito gruppo di follwers tra Emo, anime delicate, poeti, persone emotivamente fragili in attesa di un raggio di (gira)sole.
(Habits (Stay High) – Tove Lo)
Paul Gauguin: perennemente in “vacanza da una vita” con la scoperta fascinosa del mondo esotico di Tahiti, sponsor perfetto per le agenzie viaggio sempre alla ricerca di un testimonial attento alla flora e alla fauna locale, specchietto per le allodole per lo stress e la stanchezza del mondo occidentale. Forse il vero vincitore del mondo contemporaneo che abbandona tutto e tutti e rinasce a nuova vita.
(We are the champions – Queen)
Amedeo Modigliani: protagonista di storie d’amore complicate, di notevole fascino, amante dei selfie, dell’assenzio e del vino, innamorato delle donne che ritrae costantemente. Ha provato con un canale Youtube, ma presto fallito per gli eccessi dell’artista che non ha la pazienza di seguirlo.
(Heroes – David Bowie)
Pablo Picasso: onnivoro, pieno di vita, con immagini che spaziano da viaggi e soggiorni in tutta Europa, innamorato della vita, delle donne. Sperimentatore dei social che spazia da Facebook, Youtube, Twitter, Instagram che segna e disegna come influencer tra i primi al mondo. Pochi gli haters che gli riconoscono la sua genialità.
Nei selfie la sua faccia curiosa senza filtri, grandi occhi diventati icona di un tempo.
(Livin’ La Vida Loca – Ricky Martin)
Frida Kahlo: il fascino androgino di chi nasce carina, ma non brutta, brava, ma non eccellente, a lei è riconosciuta una forte personalità nelle pose originali, nell’abbigliamento e nella moda che costantemente influenza. Nei suoi Twitter e pagina Facebook sempre libera di esprimere pensieri e idee, la sua disabilità è un valore aggiunto non un ostacolo.
(Single Ladies – Beyoncé)
Marcel Duchamp: originale, unico, silente nelle conversazioni, lascia che siano le sue immagini shock a parlare cui dà titoli fuorvianti lasciando che siano i suoi follewers a scatenarsi tra loro per trovare soluzioni grafiche e parole a descrivere e commentare i post pubblicati.
In una sola parola: il genio del secolo.
(Harder, Better, Faster, Stronger – Daft Punk)
Andy Warhol: tutto ciò che è popular è Andy, pronto con smartphone a catturare la massa, le situazioni e le persone, nutrito e sempre attivo canale Youtube, pagina Facebook personale e della Factory contano seguaci in tutto il mondo, merchandising alle stelle. Miglior amico dei vip internazionale, onnipresente in tv, cinema, eventi, salotti, inaugurazioni. Quasi impossibile (non) seguirlo!
(Vogue – Madonna)
Joseph Beuys: pagina Instagram e Facebook seguitissima da vegetariani, ecologisti, vegani, ambientalisti. Visto come uno sciamano, un guru, un faro nell’arte, i suoi pensieri copiati e forwardati in rete.
(Imagine – John Lennon)
Gli esempi potrebbero continuare, molti gli artisti che sarebbe curioso capire come avrebbero affrontato l’arte e i social, forse le influenze esterne avrebbero modificato personalità e rapporti, contaminato la loro arte e il loro modo di operare e di creare.
Forse è tempo di risalire sulla DeLorean e tornare a casa, nel 2018 e seguire il proprio profilo Instagram, migliorare e migliorarsi attingendo al passato per segnare un presente, per accedere davvero ad un futuro nuovo.