Pubblicato il 27 febbraio 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Entrare in una galleria d’arte è un’esperienza che tutti dovrebbero fare prima o poi. Il timore reverenziale dell’arte, la cultura che si respira, le idee che trasudano ad ogni passo, tutto questo è il concept di un incontro spesso inaspettato tra galleria e fruitore, una comunicazione diretta con lo spettatore che varca la soglia in attesa di lasciarsi stupire e coinvolgere da un artista, un’opera, un ‘idea originale che il gallerista presenta e mette a disposizione.
Bello no? Si…molto direi, ma che lavoro è quello del gallerista? Cosa significa gestire uno spazio che è messo a disposizione di opere e artisti? Prima di tutto la galleria è una vetrina dove mettere in mostra un lavoro che deve essere venduto e portato nelle case poi dei futuri collezionisti, si insomma, è un negozio per prima cosa! Quindi come nei classici negozi la merce deve essere esposta, illuminata, conservata, spolverata, tenuta a modo e pubblicizzata, il fine di vendita è solo il primo e l’ultimo dei pensieri. Un gallerista come il negoziante deve stare attento e far quadrare i conti e le cose: un bravo fruttivendolo toglie i prodotti che deperiscono, un droghiere mette in offerta il prosciutto per venderlo più velocemente, un negozio di moda espone i suoi manichini sotto la luce giusta e cerca di accattivare gli sguardi con vetrine minimal o sontuose.
E un gallerista? Fa la stessa cosa! Vende il prodotto e lo mercifica attraverso una vetrina ben allestita, toglie i vecchi artisti ad appannaggio di nuovi, mette in offerta quadri, tele e sculture a favore di mercato e di economia… come in tutti i negozi i problemi ci sono: dipendenti da pagare, conti da saldare, bollette, tasse, telefonate da fare, mail da inviare, artisti da sentire, collezionisti da coccolare, chiacchiere da organizzare, un via vai continuo di persone e suppellettili, senza perdere di vista altre mille cose da fare.

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Provate ad immaginare di entrare in un momento qualsiasi senza preavviso in un negozio: il commesso che manda sms su whatsapp , il fruttivendolo che prepara sacchetti di minestrone pronto e fondi di carciofo, il droghiere che mette a posto il banco dei salumi e pulisce il vetro del frigo…anche per il gallerista è così, si affrontano quotidianità e problemi, momenti di ilarità e gioia e di pura nervosismo e arrabbiature.
Ecco che arriva l’artista in crisi che non sa che cosa produrre, oppure non gli va bene lo scritto del critico per il catalogo, le foto non sono venute bene come voleva lui, quindi bisogna ricontattare il fotografo, sentire il critico, fermare la stampa… poi ci sono gli inviti alla mostra da preparare, da spedire, i comunicati stampa, mail, sms, restando attenti a non dimenticare nessuno (oppure a “dimenticare” qualcuno appositamente…)
Oddio! Il catering per la mostra, ma non dovevi sentirlo tu? No…l’ho scordato, bisogna spostare l’opera dall’altro lato della sala, lì non è valorizzata …come dici? Chi? Siiiiii lo so che te lo ha detto l’artista di metterla là ma io la voglio di qua sennò intralcia poi il via vai di gente… e se poi qualcuno inciampa e cade e si fa male? No no spostala dove dico io…
Scusa chi hai detto che mi cerca al telefono? Aaaaaaah carissimo ma bene! Si si certo che l’aspettiamo con sua “nipote” (si certo nipote…). L’assicurazione ritarda? Dammi il numero che li chiamo io… domani no non ci sono devo andare a vedere lo studio di un artista che mi pare interessante e capire se può nascere una collaborazione, certo certo LO SO vuole portarsi il suo curatore e critico. Al collezionista è arrivata scheggiata la scultura? Va bene poi ci parliamo e vediamo che fare. Ancora quell’artista là? No non trattiamo le sue opere non hanno mercato. Ah! Bisogna dare conferma per la fiera…non scordiamoci che bisogna aggiornare il sito. E tu chi sei che te ne stai lì in silenzio in un angolo spaventato? Chi? Ah si! Vero…Lo stagista nuovo? Piacere caro, benvenuto, qui puoi imparare molto e fare molto, abbiamo bisogno di te ma non spaventarti che non è nulla di tremendo: è solo una galleria d’arte.