Pubblicato il 15 luglio 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista”
(San Francesco d’Assisi)

a Cristiano de Matteis,
Tony Gallo, Giuseppe Inglese, Park Eun Sun,
Giuseppe Ciracì, Silvia Papas, Beatrice Gallori,
Nicola Villa, Francesco De Prezzo, Severino del Bono
che ogni giorno creano l’Arte

Buongiorno mio interlocutore, buongiorno a te che oggi ti sei avvicinato al sottoscritto e al mio pensiero per mezzo di uno scritto, attraverso un’opera d’arte, per sentito dire o semplicemente quasi per sbaglio.
Chi sono? Sono un artista, un “invasato dall’arte”, di quale arte? Pittura, scultura, fotografia, video non è importante e mi rivolgo a te per parlare quasi con me stesso e dire chi sono. Ho tante cose da dire e tante altre da fare. Le prime in assoluto sono le stesse che chiunque prova nei confronti di un oggetto, di una persona o di un sentimento, sono quelle che anche tu desideri.
Sognare, sperare, avere voglia che le cose accadano, che succeda l’impossibile, che arrivi l’improbabile.

Tony Gallo
Tony Gallo

Trovarsi di fronte una strada da percorrere disseminata di persone che si perdono, che si affiancano, che accompagnano e che magari poi si dimenticano di te, di chi sei e di che cosa sei stato. È cosi difficile trovare il proprio percorso, amare la propria condizione e il proprio divenire, spesso con l’arte che sia essa musicale, scrittura, visiva, aiuta a soffermarsi in questi momenti e a trovare questi spazi che si snodano lungo, appunto, i tragitti che si fanno.
Sognare, sperare, avere voglia che le cose accadano, che succeda l’impossibile, che arrivi l’improbabile.
Quasi un sogno sereno ad occhi aperti in cui tuffarsi e vedere, guardare, comunicare attraverso le emozioni nonostante siano esse viste come qualcosa di sorpassato e fuori tempo.

Beatrice Gallori
Beatrice Gallori

Un artista prende i colori, uno spray, un pennello, uno scalpello, una macchina fotografica e usa i mezzi per segnare la propria strada prima e l’altrui dopo, dove ci si riconosce e ritrova. Allora quell’opera diventa di tutti, diventa tua, segnata e sognata per sempre.
Sognare, sperare, avere voglia che le cose accadano, che succeda l’impossibile, che arrivi l’improbabile.

Francesco De Prezzo
Francesco De Prezzo

Ripetizione dal sapore decadente e romantico ma ognuno che si appresta a creare si mette davanti ai sogni, alle cose devono accadere, alla speranza che accada l’impossibile e che si desti l’improbabile.
Senza pensare che la paura del “riuscirò a dire quello che voglio per mezzo dell’arte?” infonde la paura o instilli, viceversa, il peccato di presunzione.
Ogni artista si crea uno spazio creativo, può essere chiamato in tanti modi: atelier, studio, che poi sono infine garage riadattati, mansarde rimesse a nuovo, scantinati lontani dai rumori, baracche alla meno peggio, qualcuno invece trasforma la casa che diventa posto dove si vive, si mangia, si lavora, hangar e capannoni per i più esigenti, silenzio fatto di musica, perplessità e chiusure per tutti.

Cristiano de Matteis
Cristiano de Matteis

Si parte con una buona dose di isolamento, di dubbi, di condizioni che poi scattano come un lampo nel momento in cui si crea, per questo l’artista ha bisogno di confrontarsi con gli altri esponendo le sue cose, ha bisogno di conferme, di critiche, di idee nuove ma anche di rispetto, di aiuto, di plausi e di aggiustamenti.

Giuseppe Ciracì
Giuseppe Ciracì

Non sempre arrivano i successi o le approvazioni, anzi, sono più le stroncature e le cattiverie dette solo per invidia o solo per il gusto di farlo. No no, niente buonismi, siate reali e realisti, sia chi crea che chi abbisogna delle creazioni come spettatore e pubblico non si avvalga di un muro divisorio per panico, per malevolenza, per bisogno ma associ il fattore di rischio di non piacere, fa male. Il rifiuto fa male, non essere riconosciuti, apprezzati o aiutati nel proprio cammino, non importa se ad un vernissage cento si complimentano, basta solo uno che si avvicini ad un’opera con una smorfia di disgusto e per tutta la sera il pensiero si rivolgerà solo a quell’unica persona che non ha apprezzato il lavoro e la fatica rendendo vano il consenso di tutti gli altri.

Giuseppe Inglese
Giuseppe Inglese

I pensieri si accavallano e si cerca il motivo, la logica del perché non sia piaciuta, del perché non si piace. I gusti sono diversi, la differente questione di ciò che sia bello o brutto, di ciò possa dare un’emozione o meno, tutto differisce di fronte ad un’opera.

Nicola Villa
Nicola Villa

Ore di lavoro, ripensamenti, cancellazioni, titubanze, mai paghi e mai fermi, sempre con il pensiero e la paura di mostrarsi troppo o troppo poco.
Quando si compra un’opera si compra anche questo: il sudore, le lacrime e un pezzo di anima di chi l’ha prodotta, si compra un’idea e un pensiero, oggi il mio, quello che regalo a te.

Park Eun Sun
Park Eun Sun

Perché? Perché è così sempre per gli stessi motivi, per sognare, per sperare, per avere voglia che le cose accadano, che succeda l’impossibile, che arrivi l’improbabile.

Cristiano de Matteis
Cristiano de Matteis