Pubblicato il 6 marzo 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it/

Il mondo dell’arte contemporanea è pieno di bufale e di personaggi che, con la scusa di apparire eccentrici o sopra le righe, si definiscono poi “artisti” producendo alla visione del povero critico o del gallerista delle autentiche ciofeche e croste da proporre come “opere” all’ignaro pubblico.
A volte non ci si stupisce se in qualche spazio recondito di telegiornale o rivista ci vengono mostrate tele imbrattate da scimmie, elefanti, delfini, cani, animali che si improvvisano artisti sotto la mano sapiente dell’uomo che li guida per puro spettacolo o assecondando la loro vena artistica e sinceramente alcune scelte di colore e di accostamenti astratti non sono poi male!

Spesso ci si chiede se l’artista “cane” sia meglio di un cane d’artista…ostinarsi a concepire e mettere sul mercato tele e produzioni che sono inguardabili ostentano l’incapacità creativa di alcuni soggetti che, nonostante tutto, non hanno né vena creativa né doti per poter affrontare un mercato in continua crescita ed esigenza.
Una dimostrazione pratica sfaterà diversi punti di vista…
Ad esempio, a tutti piace canticchiare durante la giornata: sotto la doccia, guidando mentre si va al lavoro, durante la preparazione della cena e molto spesso seguendo a modo nostro il testo di una canzone sentita alla radio o in uno spot pubblicitario, insomma nei momenti più disparati del giorno ci si accompagna canticchiando ma…proviamo a pensare di doverlo fare in maniera professionale in uno stadio di gente urlante con luci, scenografia, microfoni ed essere noi al centro dell’attenzione, le cose cambiano.
Come mai? Semplicemente perché la differenza dal cantare in maniera inadeguata e amatoriale sotto la doccia è diverso da chi lo fa in maniera professionale.
Nulla ci vieta di gorgheggiare e amare le melodie che ci piacciono, rimarrà sempre l’amore per la musica e per il pezzo che ci fa sentire bene e in pace con i nostri sensi ma diversa è la situazione professionista dove si è sottoposti anche a continui confronti e critiche e diventa poi tutt’altro che piacere.
Ed ecco un esempio pratico. Nelle foto che seguono un cane orgoglioso ci ha portato il misfatto della sua opera: nella fattispecie un pupazzo del disneyano Dumbo che ha martirizzato fino allo stremo, “l’artista” ha creato una performance di sadismo e violenza nel suo istinto primordiale di animale e ce lo ha consegnato come frutto della sua creazione: è un’opera che ha compiuto e che ora porta al nostro giudizio e approvazione, scodinzolando felice per quello che ha prodotto da vero artista-performante consumato!
Meglio lui come cane-artista o meglio tanti pseudo artisti che sono cani (senza nulla togliere alla razza animale!) e che danno in pasto al pubblico opere senza senso e senza parte?
La diatriba potrebbe protrarsi e proseguire all’infinito ma si sa, i gusti son gusti e la varietà di artisti e di arte lo è ancora di più.
Le “razze” di cani sono molte e a tutti viene data la capacità di esprimersi, a volte è bello rimanere sotto la doccia immaginando di riempire stadi interi con le nostre canzoni, l’immaginazione e la fantasia sono tutto per la creatività ma spesso è bene solo immaginare…

Ps: nessun animale, artista e pupazzo è stato maltrattato durante la produzione di questi pensieri.

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