Archivio annuale 2019

Giuseppe Inglese. Unspotted

Nelle opere di Giuseppe Inglese, questa carezza continua tra pensiero e forma si attua nelle sculture rese con la semplicità e la leggerezza di una tecnica che segue un “filo” conduttore fino a creare trame che svelano un’intuizione e uno studio frutto di un lavoro paziente e certosino.
Uomini, donne, bambini, emozioni che prendono vita nella loro leggerezza e che si trasformano diventando scheletri sospesi, anzi, anime leggere senza macchia e senza paure, libere e librate.

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Scrivania e caffè: ciò che è attorno a noi

Momento di pausa.
Pensieri sparsi in attesa che il caffè sia pronto e dalla moka arrivi il gorgoglio del liquido nero bollente che annunci la sua definitiva preparazione.
Ecco, in questo momento di fermo da studio e scrittura si riordinano immagini e parole: una conversazione lasciata in sospeso su Whatsapp, un like in Facebook o in Instagram, un’istantanea news apparsa sullo schermo, lo sguardo fuori dalla finestra socchiusa da cui entra sole e aria appena tiepida e i pensieri si posano sulla scrivania disordinata e piena di ogni cosa.

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Cambiare e rivoluzionare. Cultura che si fa tempesta

É tempo di dire basta!!! Tempo di arrabbiarsi, di tirare fuori quel rimescolamento che parte dalla base dello stomaco, di urlare con ogni muscolo del corpo, con le tempie che pulsano, con la salivazione a zero, con le mani che tremano.
É tempo di incavolarsi sonoramente anche se si é presi per matti e con visioni distorte, andarte contro al perbenismo e alla cultura di massa. Gridare non solo col fiato, ma anche con l’anima che rimane forse il modo migliore per svegliare i tempi e i momenti, rimanendo mansueti e liberi.
È tempo di Credere nella giustizia, nelle meritocrazie, nell’accoglienza al prossimo, nella salvaguardia delle culture e nella globalizzazione di pensieri, di opere e di lingue.

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5 buoni motivi per smettere di fare arte

Dunque, partendo dal presupposto che la provocazione é dietro l’angolo analizziamo ora 5 buoni motivi per smettere di fare arte, sì, avete letto bene, PER SMETTERE, non un vademecum per i consigli ottimali o per creare lo spazio giusto per farsi conoscere, emergere, far partecipe il pubblico e il mercato della nostra arte, ma proprio per abbandonare il mondo dell’arte.
Procediamo al contrario verificando e tastando il terreno su quale siano i veri cinque motivi per evitare di mettersi in cammino con l’arte.

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Scegliere. Cosa costa farlo

Le scelte non sono mai così semplici, la paura di sbagliare e di trovarsi nelle condizioni tali da provare sulla propria pelle l’errore di ciò che si é scelto é sempre dietro l’angolo.
Sembrerà certo scontato, ma sono molti i quesiti che ci vengono posti tutti i giorni, il quotidiano ci tartassa con le continue domande e ci pone sempre di fronte ad un bivio: scelgo il bianco o il nero? La destra o la sinistra? Faccio bene o male a continuare in questo modo?

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Arte oggi: come hai detto che ti chiami? Fama, umiltà a vent’anni dal 2000.

La fama si accompagna spesso al successo? Essere conosciuti non significa necessariamente essere al centro di tutto, non significa neppure compiere un buon lavoro forse… e allora, ritorniamo al primo pensiero: sicuri che fama e successo coincidano con la qualità delle cose?
La presunzione di essere i migliori, la mancanza di confronto e di umiltà, gli scambi e i dibattiti sono forse le armi più pericolose che possano esplodere nelle mani degli artisti, dei curatori, dei critici e di chi gravita attorno al sistema dell’arte.

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Come riconoscere un’opera d’arte da un oggetto Ikea. Simone Berno vs Marcel Duchamp.

A Simone Berno,
un sognatore che “perde” opere per il mondo

Il gusto per ciò che consideriamo bello o brutto, si sa, è notevolmente cambiato nel corso degli ultimi decenni, complice forse anche la crescente industrializzazione che ha prodotto oggetti seriali e alla portata di tutti tralasciando molto spesso il senso estetico e la ricercatezza fatta di forme e colori che ne possano quindi decretare bellezza e piacevolezza nella possessione di tal prodotto e gioia beata degli occhi e dell’anima.

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“Woodstock: freedom”

A cinquant’anni da quel famoso 15 agosto 1969 il mito di Woodstock sarà raccontato al Museo e alla Torre civica di Asolo attraverso la mostra “Woodstock: freedom”, uno straordinario percorso che abbraccia cinema, musica e arte per rivivere un periodo rivoluzionario che cambiò la vita di un’intera generazione di giovani.

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Dieci cose che mi aspetto da una mostra

Quando ci si appresta a visitare una mostra d’arte che cosa si pensa o spera di trovare? Già il fatto che si sia motivati a spendere del tempo per vedere una mostra è una cosa buona e giusta! La circolazione delle idee, dei pensieri e della voglia di vedere cose nuove aiuta a far star bene l’anima e scatena la gioia dell’apprendimento e di assaporare cose diverse dal nostro quotidiano.

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